TORINO FILM FEST
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- Scritto da LARA FERRARI
Può la signorile, algida Torino superare in quota apprezzamenti e incassi Roma pantagruelica? Sì, se parliamo di festival cinematografici. Succede con il Torino Film Fest, appunto, giunto alla 33a edizione, che conferma l'identità di una kermesse forte e in ascesa, soprattutto presso i giovani e gli appassionati. Nei magnifici nove giorni di rassegna, il Festival ha fatto registrare un incremento del 10% del numero di biglietti venduti, passati dai 26.900 del 2014 ai 29.700 del 2015, dimostrandosi
creatura viva, in grado di sedurre ogni tipo di pubblico grazie a una programmazione di qualità, colta e popolare. E la sua magia non finisce, anzi si protrae a Milano, con Le vie del cinema!
Il weekend in arrivo, la manifestazione che porta a Milano il meglio dei festival internazionali prosegue con l'appuntamento dedicato al TFF. Quattro i film in programma dall'11 al 13 dicembre in quattro sale cinematografiche milanesi.
Venerdì 11 dicembre c'è SUFFRAGETTE di Sarah Gavron, interpretato da Carey Mulligan, Helena Bonham Carter e Meryl Streep, in un memorabile cammeo.
Sabato 12 dicembre il pubblico vedrà THE LADY IN THE VAN, l'adorabile commedia british di Nicholas Hytner, con la strepitosa Maggie Smith.
Doppio appuntamento per il pomeriggio di domenica 13 dicembre: verranno programmati infatti il Miglior Film del 33° Torino Film Festival, KEEPER, una storia di grande impatto emotivo, e subito dopo sarà la volta di CEMETERY OF SPLENDOUR di Apichatpong Weerasethakul, il pluripremiato regista thailandese che, dopo aver vinto la Palma d'oro nel 2010 con Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti, torna con un film che ha fatto sognare gli spettatori di Cannes e Torino. Un'allegoria sulla stratificazione della memoria e il potere del cinema.
E noi, dopo una salutare indigestione cinefila, che film ci portiamo nel cuore dalla città sabauda?
– HAMLET, con il divo britannico più amato del momento, Benedict Cumberbatch. Beh, non proprio un film, ma una rappresentazione teatrale portata sul grande schermo grazie al National Theatre Live, l'istituzione londinese grazie alla quale possiamo assistere alle migliori produzioni teatrali del mondo nelle sale cinematografiche italiane. A Torino, introdotta dal direttore artistico del festival Emanuela Martini, abbiamo visto l'anteprima europea del grande classico shakespeariano che ha fatto sold out a Londra fino al 31 ottobre ed è finora il dramma teatrale più visto della storia del teatro inglese.
La tragedia è nota ed è una delle più belle e laceranti mai scritte. Deciso a vendicare la morte di suo padre, legittimo re di Danimarca il cui trono viene usurpato in 'casa', il dolce principe Amleto si accanisce contro la sua situazione, minacciando sia la sua sanità mentale sia la sicurezza dello Stato. Il sospetto, che diviene via via certezza, misto alla consapevolezza di un'aberrazione morale senza ritorno di cui è preda ormai la sua corte, è quello che lo induce a esprimere i suoi strazianti, confusi, ma lucidi pensieri di uomo trafitto a una platea avvolta nell'ipnosi della sua sofferta personalità.
225.000 gli spettatori che da venticinque Paesi si sono collegati in diretta via satellite con il National Theater di Londra per la trasmissione di Hamlet, diretto da Lyndsey Turner: un record assoluto. Ora questo spettacolo straordinario arriva in Italia, in febbraio, in lingua originale e sottotitolato in italiano. Sarà l'occasione per vedere la bravura di Cumberbatch, nel famoso monologo 'Essere o non essere' e altri memorabili e il suo modo di incontrare il protagonista della tragedia più celebre e rappresentata di tutti i tempi.
– HELLO MY NAME IS DORIS, di Michael Showalter. Doris ha una certa età, si è sempre occupata della mamma e, alla morte di questa, non sa che fare della propria vita. Abita a Staten Island, luogo di approdo dei turisti che vengono nella Grande Mela, e, insomma, metafora abbastanza calzante dei modi e dei costumi della romantica Doris. Che decide di innamorarsi. E tanto peggio (o tanto meglio) se il suo obiettivo sentimentale è il nuovo capo ufficio che ha la metà dei suoi anni! L'impiegata agée di una multinazionale che perde la testa per un giovanotto. Delizioso. Ma potrebbe non esserlo, il sogno potrebbe rovinare come un boomerang addosso alla protagonista, invece... Commedia stralunata diretta da un comedian e sceneggiatore televisivo, che rimette al centro della scena una grande attrice sessantenne: la scatenata, disarmante Sally Field, premio Oscar per Le stagioni del cuore e di recente vista in Lincoln. Zeppo di situazioni esilaranti, sempre al confine fra sogno o son desto..., il film sfata molti luoghi comuni sulla terza età ma anche sulla giovinezza, dichiarando una volta per tutte almeno due amare certezze: invecchia il corpo, ma non lo spirito (che beffa!) e i problemi di cuore sono di tutti, anche del più ragazzotto vitellone.
– LA RESISTANCE DE L'AIR, di Frédéric Grivois. E questa è una chicca. Noir francese contemporaneo, che richiama quelli di una volta con il mitico Jean Gabin, girato con la prontezza dell'autore ottimamente calato nella realtà che racconta e che sa di cosa parla. Campione di tiro pieno di debiti e di guai in famiglia diventa sicario per conto di un falso amico misterioso. I soldi gli fanno comodo ma dopo un paio di missioni non può più ignorare la differenza fra sparare e uccidere. Noir dai risvolti morali che ha la lucidità del teorema unita all'energia negativa del genere. Opera prima scritta dallo sceneggiatore di Jacques Audiard, il signore che quest'anno, ricordiamolo, ha vinto la Palma d'Oro. Il falso amico misterioso del film ha il volto dell'angelo della morte, anche per come si pone all'inizio: ingenuo, candido, mellifluo. Un noir 'casalingo' ma tanto efficace, che dimostra quanto i francesi siano maestri del genere.