I GIOCATTOLI ROTTI DEGLI ITALIANI

x240-rlIPer molto tempo il principale motivo di passione per gli italiani è stata la Politica. L'ideologia, i partiti, i leader, hanno sempre coinvolto le persone e suscitato senso di appartenenza. Anche in senso "opposto". Perché anche l'antipolitica, in fondo, è una sorta di ideologia politica. Su un altro e diverso piano, le passioni pubbliche sono invece state promosse dallo sport, soprattutto dal calcio, che ha sempre offerto luoghi, colori e bandiere alle identità personali. Ma le cose sono cambiate.
Questi legami si stanno logorando. La politica ha perso credibilità. Più che appartenenza suscita distacco, indifferenza, o addirittura disgusto. Il calcio (suicidatosi il ciclismo per gli innumerevoli trascorsi casi di doping) era ciò che riscaldava il sentimento sportivo degli italiani. Ma anche questa passione vive un momento (provvisorio?) di declino. Lo dicono la presenza degli spettatori negli stadi, mediamente vuoti per quasi metà, ma pure la decisa flessione dei dati di ascolto televisivi Sky e Mediaset Premium, di anno in anno in trend sempre più negativo. Un'evoluzione della personalità degli italiani?, oppure una perdita di interesse causata dall'assenza di protagonisti coinvolgenti in campo politico e sportivo? La seconda ipotesi parrebbe la più verosimile.
Infatti in Italia è in netto aumento l'ascolto del calcio giocato nei campionati esteri, vibrante per spettacolo e imprevedibilità, rispetto alla monotonia del nostro campionato dominato dallo strapotere della Juventus. Il calcio italiano è diventato un mercato in "svendita", in cui entrano imprenditori americani, indonesiani, cinesi: dilettanti allo sbaraglio.
Stesso dicasi per la politica: si partecipa di più alle vicende internazionali dominate da Trump,Putin, Kim Jong-Un, Duterte e compagnia bella, piuttosto che alle telenovelas delle comparse nostrane sapientemente immortalate dall'esilarante Crozza. Ma funziona così. Quando il giocattolo si rompe, e ci si annoia, lo si sostituisce con qualcos'altro.