ROBERTO FLOREANI LA GRANDE ARTE CHE NASCE DA DISCIPLINA E RIBELLIONE

Foto 1Da molti anni, ai miei studenti del corso di Creatività insegno che la divergenza è "il soffio del movimento creativo". Le situazioni più stabili nascono dal confronto-scontro tra due convincimenti abitualmente contrapposti. È così in retorica, dove attraverso l'ossimoro – che consiste proprio nell'accostamento di due parole che esprimono significati antitetici ¬– diamo l'idea fulminea di quello che vogliamo dire, ad esempio chiudendoci in un silenzio eloquente. È così in amore; lo sostiene anche un recente studio della Baylor University (Texas, USA), nel quale si dimostra come litigare ferocemente con il partner, utilizzando anche parole negative e offensive, non sia sempre dannoso. È così anche in arte, dal ready-made di Duchamp (il funzionale de-funzionalizzato e ri-funzionalizzato nell'arte) a tutta la poetica del Futurismo e di grandi artisti dell'era moderna, come Tamara de Lempicka, con il suo gusto innato dei contrasti tra modernismo estremo e purezza classica, tra provocante morbidezza di corpi nudi e statico rigore di grattacieli.
Roberto Floreani racconta di sé e del crocevia delle sue interiori contraddizioni con la grande serenità dell'uomo che riesce a controllare la forza dei suoi sentimenti. Gli occhi, chiarissimi e quasi irridenti, lasciano intuire la compresenza di un carattere fortemente temprato. «Sono sempre stato un ribelle indomabile. Ma ho cinquantotto anni e pratico arti marziali da cinquantadue, cresciuto da Giancarlo Piccoli, a sua volta allievo di Cesare Barioli, unico samurai italiano e padre storico del judo nel nostro Paese. Allevato secondo i dettami del Bushido – più che un codice di condotta è un modo di vita, adottato dai samurai e assimilabile alle regole cavalleresche in Occidente – che segue le dottrine del buddhismo e del confucianesimo esigendo dal "guerriero" il rispetto di valori fondamentali, come onestà, lealtà, giustizia, pietà, dovere e onore. Questa scuola, affiancata dalla presenza fondamentale di mia madre – alsaziana di origine ma friulana di educazione – mi ha insegnato ad affrontare serenamente tutte le difficoltà della vita e le competizioni dello sport. Ho vinto molto, nelle arti marziali, in motocross e sugli sci». Non è sempre stato tutto facile, però... «Come per tutti, anche per me procedere sulla mia strada non è stato facilissimo». Dopo il liceo, Roberto si è laureato in quattro anni in Economia e commercio, discutendo una tesi finale di ambito finanziario. Aveva già presentato la sua prima mostra di quadri a ventun anni, ma la pittura non sembrava ancora il suo principale e esclusivo interesse, come è oggi. È stato difficile conciliare l'arte con la matematica finanziaria? «No! Arte e matematica rappresentano due distinte letture del mondo, interpretazioni della medesima realtà da due punti di vista differenti. Se pensi che il primo a intuire dove sarebbe andato a finire il mondo finanziario e delle banche è stato Ezra Pound, ti puoi rendere conto di quanto arte e scienza siano vicine. Lo sai che Mary de Rachewiltz, figlia del poeta, per introdurre la mia mostra al Palazzo delle Stelline nel 1999, mi ha dedicato una "memoria" commentando il mio lavoro con versi tratti dai Canti Pisani scritti da suo padre durante la prigionia?» Un viaggio del grande poeta futurista attraverso un'interpretazione dell'arte e della cultura dal Rinascimento fino a Manet, che la de Rachewiltz ripercorre per ritrovarvi l'arte e la tecnica di Floreani. Particolarmente nel Regno di Mezzo, serie di opere in tecnica mista su carta ispirate dagli originali dei Canti scritti a mano dal poeta, perché quando "il pittore ascolta la sua guida... il segno torna alla Natura... tutto torna e confluisce nella contemplazione della bellezza e nell'amore".
Oggi, Floreani pratica il Tai Chi Chuan, antica arte marziale cinese basata sul concetto dell'eterna intesa tra gli opposti. Nel corso dei secoli, da tecnica di autodifesa, il Tai Chi Chuan – che letteralmente significa "boxe con l'ombra" – si è evoluto nella elegantissima esecuzione di una serie di movimenti lenti che ricordano una danza silenziosa. «Questa disciplina, nella quale ho raggiunto il livello di istruttore federale, è una delle cose che mi hanno cambiato la vita perché ho accettato tutta la realtà indotta dalla grande meccanica celeste. Che funziona così e che tu devi condividere. Questa è una filosofia di vivere e non una religione, tant'è che io sono cattolico e praticante».
In che cosa ti ha aiutato questa visione della vita? «A superare le grandi difficoltà. Come quando, a seguito ...

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